In arrivo un emendamento al decreto ”Cura Italia” che dovrebbe rinviare l’entrata in vigore di tutte le norme del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. 14/2019) che sarebbero dovute entrare in vigore il prossimo 15 Agosto. Il governo si sta orientando in questa direzione per preservare infatti l’unita del pacchetto delle modifiche alla Legge fallimentare, con la data di entrata in vigore già oggi diversa con la gran parte delle novità del Codice in agenda per il prossimo 15 Agosto, tra cui il nuovo concordato preventivo in continuità e la revisione del sovraindebitamento, ed invece il pacchetto legato alle misure di allerta e delle relative segnalazioni posticipato al 15 Febbraio 2021.

Il Codice della crisi di impresa, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel Febbraio 2019 si propone di consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese attraverso l’ introduzione di sistemi di allerta in grado di cogliere i segnali anticipatori della crisi al fine di affidare tempestivamente l’impresa alle cure di esperti. Nello specifico, la normativa prevede che siano monitorati appositi indici che accertino la sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi e delle prospettive di continuità aziendale per l’esercizio in corso con segnalazione obbligatoria per le imprese che negli ultimi due esercizi non hanno superato alcuno dei seguenti limiti: 1) totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 4 milioni di euro; 2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 4 milioni di euro; 3) dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 20 unità.

Il D.Lgs. 9/2020, nello specifico, ha rinviato di sei mesi, appunto al 15 Febbraio 2021, i termini per l’entrata in vigore dell’applicazione dei nuovi sistemi di allerta in grado di cogliere i segnali anticipatori della crisi e quindi per le segnalazioni agli Organismi di composizione della crisi d’impresa (Ocri) istituiti presso le Camere di Commercio, per tutte le imprese italiane di qualunque dimensione.

Le regole del nuovo Codice però sono state pensate per condizioni ordinarie del mercato, non in un contesto di emergenza sanitaria da coronavirus che sta mettendo in difficoltà la maggioranza delle aziende italiane, a causa del lockdown delle attività imprenditoriali. E’ per questo forte il dibattito sulla effettiva data di entrata in vigore della riforma del Codice. Il rinvio, che potrebbe essere di un anno, quindi al 15 Agosto 2021, susciterebbe parecchie perplessità se portasse ad un conseguente allineamento della data dell’allerta perché potrebbe portare a numerose segnalazioni legate a dati di bilancio fortemente colpiti dalla emergenza sanitaria.